Trattamenti in età pediatrica

In età pediatrica, nel periodo compreso tra i 3 e i 6 anni, è consigliabile effettuare la prima visita odontoiatrica e ortodontica.

Le anomalie nella crescita dei denti vengono intercettate precocemente dall’ortodontista attraverso l’esame clinico e l’esecuzione di una ortopantomografia.

Il piccolo paziente viene inserito in un programma di richiami periodici multidisciplinari dove viene controllato da diversi specialisti quali l’igienista, l’odontoiatra, il logopedista, l’ortodontista.

  • Anomalie nella crescita dei denti

    Le anomalie nella crescita dei denti vengono intercettate precocemente dall’ortodontista attraverso l’esame clinico e l’esecuzione di una ortopantomografia. Queste anomalie dentarie possono essere:

    • di numero: in eccesso (denti sovrannumerari) o in difetto (agenesie). I sovrannumerari spesso erompono spontaneamente causando problemi di affollamento. Questi denti dovrebbero essere rimossi prima di creare alterazioni della forma d’arcata. I denti mancanti (agenesici) invece possono essere trattati con due approcci differenti: la chiusura degli spazi a loro destinati oppure la sostituzione protesica degli elementi mancanti.
    • di dimensioni e di forma: denti più grandi del normale (macrodonzia) e denti più piccoli del normale (microdonzia), che possono causare rispettivamente deficit di spazio (affollamento dei denti) e eccesso di spazio (diastemi).
    • di posizione: i denti posso erompere in una posizione inadeguata soprattutto a causa della mancanza di spazio in arcata o della presenza di ostacoli.
  • Palato stretto

    Il palato stretto dipende da un deficit della dimensione trasversale scheletrica del mascellare superiore.

    E’ una malocclusione che può essere corretta aprendo la sutura palatina mediana attraverso l’applicazione di dispositivi ortopedici chiamati disgiuntori o espansori palatali, se si agisce entro la fine del picco di crescita adolescenziale, quando la sutura palatina mediana non è ancora ossificata completamente.

    E’ più indicato intervenire in età precoce in caso di palato stretto poiché nei bambini più piccoli sono sufficienti forze minori per ottenere la disgiunzione della sutura palatina. Inoltre l’intervento precoce risulta finalizzato anche all’eliminazione di eventuali deviazioni mandibolari in chiusura, dovute all’inadeguatezza delle dimensioni trasversali dell’arcata superiore, che possono evolvere in una crescita asimmetrica della mandibola stessa.

  • Denti sporgenti – II classe

    La II classe è una malocclusione determinata da una posizione avanzata dei denti dell’arcata superiore e/o da una retroposizione dei denti dell’arcata inferiore.

    Tale situazione può essere più o meno associata ad un’inadeguata posizione delle basi ossee in cui alloggiano i denti stessi (II classe scheletrica).

    Una delle condizioni più tipiche della II classe è la sporgenza degli incisivi superiori, che spesso rappresenta un problema psicologico per il piccolo paziente e per i genitori. L’aspetto psicologico non è però l’unico problema associato a questa malocclusione, infatti la posizione avanzata degli incisivi li rende più esposti in caso di traumi accidentali e li sottopone ad un maggior rischio di frattura o avulsione.

    E’ per questo motivo che è necessario intervenire precocemente per ripristinare la loro posizione ideale.

  • III Classe scheletrica

    La Terza classe può essere causata da un difetto in direzione antero-posteriore del mascellare, da un eccesso di crescita mandibolare (mento prominente) o da una combinazione delle due situazioni.

    I compensi dentali tipici della terza classe sono gli incisivi superiori eccessivamente inclinati verso l’esterno e/o gli incisivi inferiori eccessivamente inclinati verso l’interno.

  • Morso aperto

    La condizione di morso aperto è caratterizzata dalla presenza di una beanza tra l’arcata superiore e l’arcata inferiore.

    Questa condizione può essere causata da fattori strutturali e posizionali delle basi ossee o dentali. Non è infrequente, inoltre, distinguere condizioni di morso aperto correlate a fattori articolari. Parliamo naturalmente dell’articolazione temporo-mandibolare, che consente l’apertura e chiusura della bocca.

    In tal caso il trattamento potrà prevedere, se necessario, una prima fase di stabilizzazione della situazione articolare, magari con una placca (bite) e, in seguito, uno o più interventi chirurgici che solitamente prevedono un approccio bimascellare.